Gli assoluti limitati: l’utilizzo del principio dell’autonomia contrattuale per eliminare le incoerenze tra l’immunità e lo standard liberale di un’immunità limitata (restrittiva) adottato dalla Corte Suprema svedese per la decisione Sedelmayer
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ABSTRACT:

Nel caso Sedelmayer la Corte Suprema svedese confermò la sua posizione univoca a sostegno di un’immunità limitata nei procedimenti di esercizio della decisione condotti contro degli Stati sovrani. La motivazione della decisione della Corte Suprema svedese si spinse addirittura così lontano da ritenere l'immunità limitata di uno Stato come principio universalmente accettato del diritto internazionale consuetudinario. Tale visione venne però presto respinta dalla Corte Suprema di Hong Kong, che nel caso della FG Hemisphere Associates decise a favore dell’immunità assoluta. In netto contrasto con la decisione di Hong Kong, la decisione svedese relativa all'affare Sedelmayer pone le radici per un’eccezione commerciale molto liberale, che trasferisce l’onere della prova allo Stato, nel senso che quest’ultimo è tenuto a provare che la proprietà che deve essere colpita dal procedimento di esecuzione viene utilizzata unicamente per “fini ufficiali”. La decisione svedese relativa all’affare Sedelmayer è degna di attenzione per due motivi: 1) si basa sulla Convenzione delle Nazioni Unite sull’immunità degli Stati benché tale Convenzione non sia stata finora ratificata, e 2) stabilisce le connessioni temporali nel senso che “l’impiego e l’impiego previsto” devono essere garantiti esclusivamente al momento dello svolgimento del procedimento di esecuzione. Alla luce di queste decisioni differnti, l’articolo giunge alla conclusione che la tensione tra la dottrina assoluta e quella restrittiva in termini di immunità dello Stato è reale. Fino a quando la Convenzione delle Nazioni Unite non sarà in grado di risolvere tali conflitti, questo articolo propone pertanto l’uso del principio di autonomia contrattuale come alternativa della soluzione delle controversie future. Sulla base della ricerca delle lacune presenti nel diritto internazionale codificato relativamente all’immunità degli Stati, l’autore giunge alla conclusione che i trattati bilaterali di investimento (BIT) sono il meccanismo ideale per illustrare e chiarire le intenzioni delle parti riguardo alla portata dell’attività commerciale che può essere sottoposta a immunità nel procedimento di esecuzione.

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about the authors

Cornel Marian è associato del Centro Advokatbyrå per contenziosi civili e d'abitrato (Stockholm Arbitration & Litigation Center, SALC) di Stoccolma. Vanta una formazione giuridica negli Stati Uniti ed è abilitato a esercitare la professione presso i tribunali dello Stato di New York. Ha, inoltre, conseguito un master in arbitrato internazionale presso l'Università di Stoccolma.

e-mail: cornel.marian@salc.se

Dan Engström è socio dirigente del Centro Advokatbyrå per contenziosi civili e d'abitrato (Stockholm Arbitration & Litigation Center, SALC) di Stoccolma, primo studio legale in Svezia che si occupa esclusivamente di risoluzione di liti e contenziosi. I soci di SALC operano in qualità di avvocati e arbitri sia in Svezia che all'estero.

e-mail: dan.engstrom@salc.se